44 falsi di Michele SerraFeltrinelli | 1992 | ISBN: 8807811871 | 116 pages | EPUB | 3 MB
44 Falsi raccoglie la maggior parte degli apocrifi di Michele Serra scritti, a partire dall'85, per Tango e per Cuore. 26 sono già stati pubblicati in Visti da lontano (Mondadori 1987) e 18, i più recenti, sono inediti. In questo gioco letterario del pastiche e del falso, in cui Serra ha precedenti illustri - da Proust a Luciano da Folgore, a Paolo Vita Finzi - l'imitazione dello stile è spesso solo accennata: l'apocrifo diventa per Serra un grimaldello che gli consente di accedere a qualunque luogo satirico. Ne risulta un bel campionario - scrive Goffredo Fofi nella prefazione - di divi dell'establishment politico-culturale, o meglio politico-giornalistico, o meglio dell'establishment senza più. Un panorama di questi anni "pesticciati e melmosi", la cui logica è forse destinata a durare, tra la inacidita collosità della politica e scosse provvisorie di un esplosivo horror internazionale.
44 Falsi è una raccolta di articoli scritti negli anni '80 imitando giornalisti, politici e vip vari di quel periodo.
Il libro è un po’ datato, e proprio per questo, per chi ha vissuto quegli anni, farà l’effetto di un deja vù.
Trovo fenomenali le imitazioni di:
Indro Montanelli, che all’epoca, era ancora di destra!
Ghino di Tacco, cioè lo pseudonimo di Craxi quando scriveva su L’Avanti!
Giorgio Bocca che non è cambiato d’una virgola.
Aldo Biscardi, scritto – come dice Serra stesso – per il gusto dell’orrido.
Francesco Alberoni, scritto – sempre secondo Serra – per sperimentare l’ebbrezza del nulla.
Silvio Berlusconi, intuendo tanto e capendo poco! Ma chi poteva prevedere?
Umberto Eco: favoloso! A volte ho l’impressione che Eco, su L’Espresso, imiti Serra.
Adriano Celentano: penoso quanto vero.
Bettino Craxi: senza parole.
Giulio Andreotti: l’apoteosi del cinismo.
Oriana Fallaci: della serie a dare i numeri siamo bravi tutti.