Jeremy Rifkin, "La società a costo marginale zero: L'Internet delle cose, l'ascesa del «Commons» collaborativo e l'eclissi del capitalismo"
Mondadori | 2014 | ISBN: 8804639806 | Italian | EPUB/AZW3/MOBI | 364 pages | 0.8/1.1/0.9 MB
Mondadori | 2014 | ISBN: 8804639806 | Italian | EPUB/AZW3/MOBI | 364 pages | 0.8/1.1/0.9 MB
In "La società a costo marginale zero", Jeremy Rifkin sostiene che si sta affermando sulla scena mondiale un nuovo sistema economico. L'emergere dell'Internet delle cose sta dando vita al "Commons collaborativo", il primo nuovo paradigma economico a prendere piede dall'avvento del capitalismo e del socialismo nel XIX secolo. Il Commons collaborativo sta trasformando il nostro modo di organizzare la vita economica, schiudendo la possibilità a una drastica riduzione delle disparità di reddito, democratizzando l'economia globale e dando vita a una società ecologicamente più sostenibile. Motore di questa rivoluzione del nostro modo di produrre e consumare è l'"Internet delle cose", un'infrastruttura intelligente formata dal virtuoso intreccio di Internet delle comunicazioni, Internet dell'energia e Internet della logistica, che avrà l'effetto di spingere la produttività fino al punto in cui il costo marginale di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato, rendendo gli uni e gli altri praticamente gratuiti, abbondanti e non più soggetti alle forze del mercato. Il diffondersi del costo marginale zero sta generando un'economia ibrida, in parte orientata al mercato capitalistico e in parte al Commons collaborativo, con ricadute sociali notevolissime. Rifkin racconta come i prosumers, consumatori diventati produttori in proprio, generano e condividono su scala laterale e paritaria informazioni, intrattenimento, energia verde e prodotti realizzati con la stampa 3D a costi marginali…
L'autore:
L'economista americano Jeremy Rifkin è il presidente e fondatore della Foundation on Economic Trends di Washington, un'organizzazione che si occupa degli effetti ambientali, sociali, economici e culturali delle nuove tecnologie. Rifkin è anche sociologo, attivista ambientale, influente consulente politico, professore presso la prestigiosa Wharton School e scrittore prolifico. Laureato in economia alla Wharton School of Finance and Commerce dell’Università della Pennsylvania, e in affari internazionali alla Fletcher School of Law and Diplomacy della Tufts University. E' autore di numerosi articoli e di diciassette libri, tradotti in più di venti lingue. L'ultimo, pubblicato nel 2004, s'intitola "Il sogno europeo": l'Europa, sostiene Rifkin, sta creando una nuova visione del futuro che offusca l'ormai sempre più pallido sogno americano.
Negli anni '60 ha partecipato al movimento pacifista contro la guerra in Vietnam, negli anni '70 ha iniziato la sua battaglia contro le biotecnologie e nel 1980 ha pubblicato Entropia, il best-seller internazionale in cui per la prima volta si fondevano la teoria economica e quella ambientale. Il libro ha contribuito a lanciare quelli che sarebbero poi diventati gli attuali concetti di sviluppo sostenibile.
Nel 1995 Rifkin acquista visibilità mondiale con La fine del lavoro. Il libro, che profetizza la definitiva sostituzione delle macchine al lavoro umano, è subito diventato un best seller internazionale, come tutti i libri successivi che hanno provocato discussioni e sollevato questioni spinose. Che parlino di biotecnologie (Il secolo biotech, 1998), della Rete (L'era dell'accesso, 2000), o di nuove fonti energetiche (Economia all'idrogeno, 2002), la lezione di fondo è la stessa: l'amore e la cura per la natura, da tutelare e non da manipolare, e il rispetto delle diversità culturali. La propria cultura va difesa ma anche condivisa e posta in contatto con le altre.
L’influenza di Rifkin sull’amministrazione pubblica negli Stati Uniti e nel mondo è notevole. È stato chiamato a testimoniare davanti a numerose commissioni del Congresso e ha difeso con successo in tribunale, contro il governo, misure più responsabili riguardo a svariate questioni ambientali e tecnologiche. Per le sue opinioni e i suoi commenti sulla società è diventato un ospite abituale di molte trasmissioni televisive americane.
The National Journal, una delle maggiori riviste americane di politica, ha incluso Rifkin fra le 150 personalità che influenzano maggiormente l’amministrazione federale.