Roald Dahl, "In solitario, diario di volo"

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Roald Dahl, "In solitario, diario di volo"

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La figura di Dahl ha scatenato l’interesse dei lettori che hanno potuto conoscere a fondo la sua infanzia dalle pagine della sua biografia Boy, che copre il periodo dalla nascita ai diciott’anni. Ma il fascino di Dahl deriva anche da un altro aspetto della sua vita, quello descritto in questo libro, dove lo troviamo ardito pilota, sempre pronto a cogliere i lati curiosi dell’esistenza e dei personaggi.
In solitario è un'espressione tecnica dell'areonautica per indicare la condizione di chi vola senza un istruttore che possa dargli indicazioni e avvertimenti e senza un ''secondo'' che possa sostituirlo in caso di necessità.
Pilota di un caccia nella Seconda Guerra Mondiale, Dahl è costretto, come molti altri giovani, ad affrontare il combattimento ancor prima di aver conosciuto bene il suo aereo. E ogni avventura di volo divcenta così più difficile e rischiosa.
Lasciato un lavoro che gli dava la gioia di viaggiare negli scenmati affascinanti dell'Africa Orientale (lavorava per la Compagnia petrolifera Shell) si arruola volontario nella RAF. Passa dinoccolato tra un’esplosione e un’altra, da una missione pericolosa a un’altra, senza retorica, senza odio.
Durante tutto questo periodo, dal Kenya, dall’Iraq, dall’Egitto, Dahl continua a scrivere alla madre con inalterabile amore, e la galleria delle foto di guerra si conclude con quella del cottage di lei, dove finalmente, miracolosamente, riesce a tornare.

«Dahl possiede il rarissimo dono di far scomparire tutto il mondo che sta intorno al lettore».
Goffredo Fofi

«Maestro della short story, a lungo considerato solo uno scrittore per ragazzi… iperbolico, beffardo, divertente, la sua massima virtù è dinamica, è la velocità. Ci si accorge di come e quanto la sua consistenza sia un meccanismo perfetto, esplosivo al pari di una bomba».
Franco Cordelli, Corriere della Sera

«Roald Dahl parteggia sempre per i bambini e ha creato tanti piccoli personaggi con speciali poteri che si vendicano delle prepotenze degli adulti o li puniscono per le loro cattive azioni».
Donatella Ziliotto