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Luca Gallesi - C'era una volta l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal Mago di Oz a Mary Poppins

Posted By: SSCN1926
Luca Gallesi - C'era una volta l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal Mago di Oz a Mary Poppins

Luca Gallesi - C'era una volta l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal Mago di Oz a Mary Poppins
Italian | Bietti | 2012 | EPUB | Pages 68 | ASIN: B00AN9NMRQ | 3.12 Mb


Se è vero che l’attuale crisi del capitalismo mondiale non è transitoria ma strutturale, sarà cosa troppo seria per essere risolta da economisti. Con un pizzico di orgoglio Luca Gallesi ci informa dalle note di copertina di non essere, infatti, economista ma studioso dell’opera di Ezra Pound e di Wiliam Butler Yeats. Se gli economisti ormai “raccontano favole”, per conciliarci sogni tranquilli mentre siamo sull’orlo del baratro, “è giunto il momento di rivolgersi alle favole per capire l’economia”. Le favole in questione sono le opere principali di Lyman Frank Baum (Il Mago di Oz) e Pamela Lyndon Travers (Mary Poppins). Il primo si interessò alla Teosofia di madame Blavatksy mentre la Travers fu seguace di Gurdjieff, e dunque non mancano legittime letture esoteriche dei loro romanzi. Gallesi, però, preferisce interpretarli alla luce del conflitto fra capitale e lavoro; lo fa con basi solide, a partire dalle biografie dei due artisti. Lo statunitense Baum, figlio di un petroliere rovinato dalle speculazioni di Rockefeller, fu molto coinvolto nella polemica del Partito Populista contro l’accumulazione e le speculazioni sul mercato agricolo dei monopolisti e dei signori di Wall Street. Infatti, la sua Dorothy vive nel Kansas, lo Stato dell’Unione dove la protesta populista fu più accesa; una tromba d’aria (una crisi?) la trasporta in un paese lontano. Dovrebbe seguire la strada lastricata di mattoni gialli (la riserva aurea?) per tornare a casa, subito uccide la malvagia strega dell’Est che può rappresentare i padroni della finanza newyorkese. I suoi compagni di viaggio sono lo Spaventapasseri senza cervello (il contadino ingenuo), l’Uomo di Stagno arrugginito e senza cuore (l’operaio alienato dalla fabbrica) e il Leone timoroso, senza fegato, (l’uomo politico incapace di contrastare lo strapotere economico). Le toccherà poi sconfiggere la strega dell’Ovest (forse la natura ostile che porta la siccità) ma il Mago di Oz si rivelerà un illusionista, come molti economisti d’accademia. Insomma, ognuno deve trovare dentro di sé le risorse per tornare a casa, senza aiuti piovuti dall’alto. Invece, la Travers frequentò gli ambienti del socialismo britannico animato da figure come C. H. Douglas (il primo teorico del “credito sociale”) ed Alfred Orage. Scrisse Mary Poppins dopo la crisi del ’29 e dunque tutta l’epopea della tata magica suggerisce un uso del denaro svincolato da criteri utilitaristici. Il suo datore di lavoro, il signor Banks, alla fine non sarà più un arido banchiere, anche per merito del figlio Michael che, istruito a dovere dalla governante, si rifiuterà di investire due penny in banca preferendo spenderli in cibo per piccioni. Il denaro, prodotto dall’intervento dell’uomo sulla natura, torna così alla natura; è la logica del dono a trionfare. I soldi sono diventati un fine ma è bene che tornino un mezzo, così ci suggerisce Gallesi facendoci sperare in un lieto fine.