La Signora col tacco si racconta

Il 21 ottobre 1866, a Venezia, le donne manifestarono con una sciarpa bianca al collo come simbolo di lutto per la democrazia. Nel 2011, le donne del movimento "se non ora quando" hanno manifestato nelle piazze d'Italia con una sciarpa bianca al collo per dire basta a un sistema di valori in cui non si riconoscono e per riannodare il filo delle battaglie fatte da altre donne prima di loro. E' su questa idea che prendono corpo i due testi teatrali contenuti nel libro. Il primo si ispira alle figure di Cristina Belgioioso, Enrichetta Pisacane e Giulia Bovio Paulucci. Le tre donne coordinarono i soccorsi a Roma nel 1849 quando Garibaldi coambatté sul gianicolo per difendere la Repubblica Romana. Il secondo racconta di Elena che si trova a dover testimoniare nel processo che vede suo padre(un uomo così grande che il suo nome tutti conoscono!) e il futuro marito sul banco degli imputati,la sua testimonianza scagionerà soltanto uno dei due. Dibattuta tra l'amore per il padre e quello dell'amante, tra la verità e l'omertà, esprime il suo dramma in un accorato monologo. Scoprirà poi che suo padre organizzava incontri hard con prostitute d'alto borgo e minorenni e che Radames è venuto in Italia con l'intento di vendicare l'onore della sorella,assidua frequentatrice di tali incontri. Disgustata da tutto ciò, senza più alcun indugio,Elena deposita la sua testimonianza, mette una sciarpa bianca al collo e se ne va, abbandonando entrambi.
Tra i due testi c'è il monologo di una donna che voleva soltanto invecchiare e che, non essendo capace di affrontare il dolore e la solitudine, rincorre l'illusione di una nuova giovinezza sottoponendosi a interventi di chirurgia estetica. Anche lei porta una sciarpa al collo ma solo per nascondere le rughe.