Le inevitabili conseguenze del principio di Lavoisier by massimiliano de luca
Italian | 2010 | ISBN: n/a | 71 pages | PDF | 0.2 MB
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Non serve aggiungere parole alle parole; giustificare, spiegare, tradire il bisogno di essere capiti. La vita, affrontata con sincerità, è poesia, ma raramente accade il contrario: un filo sottilissimo separa il mistero di un'emozione evocata attraverso l'uso rarefatto della parola scritta, dall'inutilità del vuoto di chi non ha niente da dire, o semplicemente ha bisogno di dirlo ed è solo questo che trapela. Scrivere, come parlare, o fotografare spesso precede l'aver imparato a leggere, ascoltare, osservare e la facilità dell'atto è giustificata dalla eccezionalità di un risultato realmente significativo. Certo: la poesia ha bisogno di un contesto (come una serie di quadri di uno spazio fisico) e di un tempo dedicato, per essere in grado di restituire qualcosa di sé; i suoi versi, come tutte quelle sfumature che danno senso al nostro esistere, spariscono sotto il rumore dell'isteria dei nostri ritmi quotidiani. E poi c'è bisogno di educarsi, imparare a conoscersi, se ci si vuole riconoscere in gesti, sensazioni, pensieri che appartengono alla specie a cui anche noi apparteniamo, e sentirci intimamente meno soli, parte di un tutto; essere in grado di soffermarsi e sforzarsi di vedere attraverso la nebbia dei nostri giorni. E sperare che davvero ci sia qualcosa, aldilà di questa nebbia qualcosa che alcuni solo intuiscono, ma che non si può afferrare ed io non riesco a desiderare altro che la mia vita si consumi in questa tensione. Solo il tempo dà la misura di tutte le cose: ci dice chi, tra Monet e coloro che avevano rifiutato Femmes au jardin, avesse ragione. Non è molto, poco più di una traccia, ma già qualcosa a cui fare riferimento per orientarsi. Ma non oggi: domani. Oggi solo leggiamo e mettiamo da parte: lentamente.