Lerario Roccaforte

Quando?
Quando il fuoco della vita bruciava.
Perchè?
Riempire pagine bianche, assemblarle un giorno negli squarci di un paese del meridione d'Italia.
Storia vera?
C'è tanto di vero ed è frutto della fantasia di chi osserva il suo tempo e tenta di ricostruirlo in un dettato filologico, sperando di rendere comprensibili le sue emozioni.
Quale tempo?
Sul finire del XX secolo dove si incontrano le ragioni di uno sviluppo economico impetuoso senza le fondamenta dello sviluppo sociale.
Protagonisti?
Le tradizioni, le culture che sono proprie di un luogo, della gente che lo abita, dei loro figli, degli avi. Intorno, si avvita questa storia e si incrocia quando incontrano il futuro, il cambiamento, l'evoluzione del pensiero e dei costumi. Una matassa sin li, faticosamente ravvolta, che ora si svolge come una pubblicità e che pubblicità non è perchè dovrebbe continuare a girare lentamente eppure l'uomo la tira con strappi violenti.
Dunque?
Storia di una famiglia divenuta benestante e rispettata per le capacità del capofamiglia e la comunione spirituale con la compagna di vita.
Dei suoi quattro figli maschi che crescono negli agi, lottano per conquistare posti migliori e perdono tutti, perdono il vile denaro e la dignità.
Questo per voler alzare l'asticella del superfluo ben oltre altezze immaginabili.