Tags
Language
Tags
April 2024
Su Mo Tu We Th Fr Sa
31 1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 1 2 3 4

Magnus - Lo Sconosciuto1-12

Posted By: oweyss gouissem
Magnus - Lo Sconosciuto1-12

Magnus - Lo Sconosciuto1-12
Italian | 12 Issues | CBR | 342 MB

Magnus, al secolo Roberto Raviola (Bologna 1939-96), appartiene a quella ristretta cerchia di autori che perseverando nell'idea del fumetto come narrazione seriale e popolare hanno prodotto storie destinate a rimanere come opere. Tra i fattori determinanti di questa emersione dalla palude dell'oblio della stampa periodica, la scelta di un tratto nitido capace di descrivere con una forte tendenza caricaturale e satirica le fisionomie tipiche degli anni in cui ciascuna storia veniva realizzata. I fumetti di Magnus sono una galleria grottesca di volti ripescati dall'anonimato della folla per diventare parte di un catalogo di espressioni significative. Non c'è figura che non sia perfettamente delineata o contornata in un bianco e nero nitido in cui tutto viene vissuto in superficie. Ma questa apparenza iperreale in cui ogni cosa sembra banalizzarsi rende le presenze del fumetto quasi allegoriche, portatrici di una verità ideale. Gli anni sessanta erano per il fumetto italiano l'epoca del nero. C'era un certo compiacimento (che era il livello precedente alla morbosità, quello in cui figuravano alla stessa stregua i rotocalchi scandalistici e i fotoromanzi) nella rappresentazione del delitto efferato maturato perlopiù nell'ambito di una società ricca e decadente. Si trattava degli ultimi fuochi del feuilleton che, in epoca di entusiamo economico, consumava attraverso la sua estinzione anche quella dei punti di riferimento della ricchezza dell'epoca precedente: i gioielli, la casta, il furto rocambolesco… Diabolik è stato il personaggio simbolo di questo immaginario: assassino spietato e senza morale, devoto solo al legame ossessivo con la sua compagna Eva Kant, incarnazione di un desiderio ostinato per l'aristocrazia della ricchezza in epoca di economia di mercato. Si trattava di un'inversione di prospettiva rispetto al realismo nero della letteratura e del cinema o alla commedia all'italiana. Kriminal, il primo personaggio disegnato da Magnus, nasce nel 1964 scritto da Max Bunker, al secolo Luciano Secchi, sulla scia del successo di Diabolik e inaugura un lungo sodalizio artistico tra i due autori che si esaurirà dieci anni dopo. Mentre Diabolik simulava nel disegno e nei testi una rappresentazione oleografica della realtà scossa dal sibilo del coltello lanciato in
mezzo a complotti di famiglia, doppi giochi e progetti efferati, Kriminal lasciava da parte le allusioni e insisteva su sesso e violenza fino a scendere in un dettaglio visivo più evidente del vero che, al di là del soggetto specifico, era conforme ai meccanismi della pornografia. Prodotto di un'adolescenza tormentata e più che infelice, Anthony Logan, indossa un'impressionante calzamaglia disegnata in negativo, con uno scheletro nero su fondo bianco, per assumere l'identità di Kriminal. L'efferatezza interamente descritta degli assassini, insieme alle situazioni erotiche
disegnate da Magnus lasciando da parte ogni allusività e ipocrisia, danno a Kriminal un impatto talmente forte da richiedere spesso un intervento di censura da parte dello stesso editore. Il rapido successo di questa prima serie mensile spinge i due autori a realizzarne subito una seconda e più originale, Satanik. Il protagonista questa volta è una donna, Marny Bannister, sorta di reinterpretazione del dottor Jekyll, la prima eroina nera del fumetto italiano. Sfigurata da una voglia che le copre la faccia rendendola orribile, Marny è una giovane e brillante laureata in chimica che ha covato in sé un inestinguibile desiderio di rivalsa sul mondo e sugli uomini. Grazie a una formula tra magia e scienza ottiene un siero che le consente di essere esteriormente perfetta. Con questo la sua adesione al male più assoluto è fatta.
Per un decennio Magnus disegna la maggior parte degli album di Kriminal e di Satanik a ritmi forsennati che gli impongono di trovare delle scorciatoie realizzative che divengono spesso una forma di intervento sulla sequenza e il linguaggio fumettistici. Il suo tratto diviene sempre più capace di deformare i personaggi in maniera grottesca, di lavorare sui loro contorni fino a fargli assumere il ruolo di marionette metafisiche. E il taglio noir si tinge sempre più di elementi sadomaso e fantastici.
Dopo aver portato alla luce alcuni personaggi minori tra cui la fantascientifica Gesebel e lo spionistico Dennis Cobb, confinati nell'arco ristretto di serie limitate, il successivo personaggio di Magnus e Bunker è Alan Ford, del 1969. Alan Ford è la parodia dell'agente segreto ed è l'esperienza di un fumetto corale in cui i protagonisti sono più d'uno, un intero gruppo, che si alternano e si ricombinano sulla scena impegnati in un'inesauribile ed esilarante comica finale. Il presupposto è esilissimo ed è tutto incentrato sull'ingenuità di Alan Ford che viene arruolato come agente segreto a New York nelle file di una scalcinatissima organizzazione spionistica, il gruppo Tnt. Magnus sviluppa fino in fondo la sua tendenza al grottesco facendo convivere nella stessa articolazione narrativa personaggi al limite del cartoonistico con altri di taglio realistico, dando credibilità a situazioni intenzionalmente incongrue attraverso il rigore del segno e la maturità di un bianco e nero in cui niente è fuori posto. Magnus ha raggiunto a questo punto quel Nirvana del disegno in cui tutto è cosi compiuto e risolto da sembrare stampato ancor prima di esserlo effettivamente. E quella perfezione dell'opera riproducibile che fa pensare al suo fruitore che esista di per se stessa, emersa dalle brume dell'immaginario senza che nessuno sia intervenuto a realizzarla. Questo vale per certa parte del cinema classico o, rimanendo nell'ambito del fumetto, per alcuni prodotti seriali, da Topolino a Tex, in cui prima ancora di imparare a conoscere gli autori, si aderisce alla forma narrativa e grafica come assoluta. Grazie a un'abile intuizione di Max Bunker, i due autori di Alan Ford si dichiaravano continuamente come parte integrante della serie (apparendovi anche trasfigurati come personaggi) condividendo le sorti dello scalcinato gruppo Tnt. Rotto il sodalizio con Max Bunker/Luciano Secchi, Magnus si rivolse al fumetto pornografico producendo una serie di storie e parodie che rispondevano alla sua esigenza di alleggerire i postumi di un decennio in cui aveva prodotto centinaia di pagine con ritmi e scadenze forsennati. Era una produzione parallela che gli consentiva di guardare con una maggiore tranquillità economica a progetti di più ampio respiro e più laboriosi. D'altra parte questo versante produttivo rispondeva anche a una sua esigenza dichiarata di irriverenza e di ribellione all'ipocrisia di certa autorialità, di certo erotismo patinato, come anche di certo fumetto più sofisticato, che non aveva il coraggio di arrivare alle radici delle sue motivazioni o di fare i conti con la propria natura di strumento di un immaginario popolare. Un itinerario di sganciamento che sarebbe arrivato a un punto di sublime equilibrio negli anni ottanta con la saga di Necron, in cui la linea chiara di un segno in pieno equilibrio sul bianco delineava con superba eleganza le storie pornografiche e sanguinarie di un automa affamato di sesso e della sua padrona. Tra il '73 e il '78 Magnus lavorava anche sulla prima parte del grande affresco fantascientifico dei briganti, storia corale ed epica derivata da un romanzo popolare cinese del 1300, Il libro dei bevitori, e rivista attraverso le atmosfere di Flash Gordon. Nei Briganti Magnus comincia a elaborare quella forma di cura ossessiva per i particolari del disegno che sarebbe giunta a compimento con la sua ultima opera, la storia speciale di Tex, intitolata La valle del terrore, terminata poco prima di morire e uscita postuma nel giugno del 1996. Ma i Briganti sono anche la prima occasione in cui Magnus ha affrontato testi classici cinesi. Nel 1985 fu il turno de Le centodieci pillole, storia di erotismo torrido (uscita la prima volta censurata) ispirata al Chin P'ing Mei, romanzo cinese del XVI secolo, e dal 1987 al 1991 ci fu la serie di episodi de Le femmine incantate tratti da I racconti fantastici di Liao. L'immaginario medievale cinese è servito a Magnus per sviluppare la ricerca specifica di un fumetto che riuscisse a raccogliere liberamente e a riorganizzare
in una semplice forma narrativa tutto il bagaglio di suggestioni ed esperienza dell'autore. Il risultato è un innesto in cui convivono epopea classica e pornografia, faune e flore contaminate tra oriente e occidente, panorami dell'appennino emiliano e mezzi avveniristici…
Nella serie qui riunita di sei numeri de Lo sconosciuto, uscita tra il 1975 e il 1976 (ma il personaggio è stato ripreso anche successivamente negli anni ottanta con storie brevi in grande formato) per lo stesso editore che realizzava i suoi album pornografici, Magnus trova un equilibrio magico. Si tratta intanto di una serie che fa tesoro di tutte le modalità narrative e i generi sperimentati da Magnus nella sua carriera. L'Unknow (senza la n finale perché è stato in così tanti posti in cui nessuno ha mai pronunciato correttamente il suo nome da perdere perfino quel pezzetto di parola) è un protagonista silenzioso, giunto al capolinea della storia, che assiste alle cose pur vivendole. Le sue avventure sono uno spaccato ingenuo ed efficace degli anni settanta: ci sono i fatti di cronaca italiana e le zone calde dello scacchiere internazionale, c'è il tono pulp di un film di Fernando di Leo e il racconto per assenza che ricorda il cinema francese e Antonioni, ci sono rappresentate le tensioni politiche del tempo e l'Italia come crocevia di un movimento di interessi occulti. La forma non è certo quella ponderata che avrebbe dato uno storico e forse neanche un romanziere. Eppure racconta esattamente quel periodo, perché lo fa attraverso l'immaginario di una persona che lo ha trascritto in diretta. Lo sconosciuto è soprattutto un fumetto che, per raccontarci qualcosa di importante scopre di non dovere andare a pescare immagini, parole o pretesti da altri linguaggi: scopre, insomma, di essere perfettamente autosufficiente.

Dalla quarta di copertina

Dagli anni Settanta, un classico introvabile di un gigante del fumetto italiano. Nel pieno della maturità narrativa, in un equilibrio magico del segno grafico, Magnus dà corpo a un eroe un po' mercenario un po' agente segreto un po' detective,
un protagonista silenzioso che non dà giudizi sulla Storia, ma si limita ad assistervi, pur vivendola.
Magnus iniziò il ciclo dello Sconosciuto nel 1975, lo prosegui sulla rivista «Orient Express», poi in sei album di piccolo formato, che oggi ripubblichiamo in unica edizione.
Nelle avventure dello Sconosciuto (o Unknow, senza la n finale) vive uno spaccato ingenuo ed efficace degli anni Settanta: ci sono i fatti di cronaca, l'Italia come crocevia di interessi occulti, spiragli sulle tensioni politiche del tempo, ma anche un clima visivo e una capacità
di racconto per immagini che vengono da Antonioni e dal cinema francese.
Ex ufficiale della Legione Straniera, abile nel maneggiare armi e automezzi. Unknow ha cominciato a darsi da fare nell'Indocina francese, ha partecipato a guerre e guerriglie in ogni angolo del mondo e ha finito poi con l'arruolarsi in un'organizzazione che fornisce mercenari di ogni tipo. Rinunciando a capire un gioco della Storia per lui incomprensibile, muovendosi in una folla di volti che formano una seducente tipologia di quegli anni, Lo Sconosciuto disegna un cammino disincantato e freddo, da avventuriero individualista e anarchico, cavaliere solitario che si trattiene dal partecipare troppo a ciò che gli accade intorno. E proprio nella contraddizione tra il suo essere «a disposizione» per ogni missione
e il residuo di pathos e partecipazione agli eventi che gli rimane, si trova a incarnare, forse senza volerlo, la «illimitata disponibilità» di una generazione che, in realtà, non riusciva a ritrovarsi più sotto alcuna bandiera.
Magnus (Roberto Raviola, 1939-1997) è stato uno dei più grandi autori di fumetti al mondo. Iniziò nel 1964 una lunga collaborazione con Max Bunker, dalla quale nacquero personaggi come Kriminal, Satanik, Maxmagnus, Alan Ford e il Gruppo TNT. Interrottosi il sodalizio con Bunker, proprio il ciclo dello Sconosciuto registra la ricerca di un nuovo percorso, segnato da opere come I briganti, Necron, e l'albo speciale di Tex Willer, maniacalmente cesellato e atteso per sette anni dai suoi estimatori.
In copertina: Un disegno di Magnus.