Massimo Pittau - Il dominio sui mari dei popoli tirreni

Trentacinque anni fa, nella mia fortunata opera La Sardegna Nuragica (Sassari 1977, 6ª ristampa Cagliari 2013, Edizioni della Torre, pgg. 22, 26), in polemica (ovviamente differita nel tempo) con l’archeologo Antonio Taramelli, avevo difeso il diritto di noi linguisti di intervenire nello studio e nella raffigurazione della “civiltà nuragica” almeno nella medesima misura in cui vi intervengono gli archeologi. E a lui che aveva affermato che «Nell’indagine del passato tenebroso, lontano ed incerto la mia luce è quella della punta luminosa del mio piccone», avevo opposto che molto spesso i ”vocaboli” parlano molto più e molto meglio delle “pietre”.
Con questa mia presente opera intendo per l'appunto dimostrare lo straordinario apporto che l’analisi e lo studio, in primo luogo di quattro sostantivi e aggettivi etnici e dopo di numerosi appellativi, possono offrire alla storia e alla raffigurazione della “civiltà nuragica”, a quella della “civiltà etrusca” ed insieme a quella di altre civiltà dell'antico Mar Mediterraneo. Questi quattro sostantivi e aggettivi etnici sono Sardus, Tyrrhenus, Etruscus, Pelasgus.

Mi sento in dovere di precisare che in realtà in questa mia opera io riprendo numerose considerazioni relative alla antica «civiltà dei Sardi Nuragici», che avevo già prospettato in mie opere precedenti, però in questa presente risultano alcune altre importanti notizie e considerazioni, che sono il frutto di mie scoperte e conclusioni molto recenti.

Oltre a ciò è del tutto certo che l’intera opera risulta strutturata ed esposta in una forma che è molto differente da quella delle mie precedenti.